Florida – parte 2
Se vi siete persi la prima parte correte a leggerla:
E così, una volta passata Orlando, ci dirigemmo verso le altre mete.
Il desiderio di mio fratello era vedere gli alligatori e fu immediatamente accontentato quando giungemmo alle Everglades. Era impressionante vederli dal vivo, nuotavano con una tale calma e tranquillità che se non fossimo stati abituati alla rappresentazione che i documentari ne fanno, forse ci sarebbe quasi venuta voglia di accarezzarli. Ora che ci penso, in effetti dai numerosi cartelli che si raccomandavano di non mettere le mani in acqua, forse qualche fenomeno che non si è fidato dei documentari ci deve essere stato. Comunque, è davvero impressionante perché puoi veramente vederli dappertutto, e se anche non li vedi non vuol dire che non ci siano perché si mimetizzano benissimo. Pensate che in una stradina sterrata ci siamo dovuti fermare perché avevo la pipì (e chi mi conosce sa che sono incontinente e abituata a fare pipì nei boschi), ma l’ho fatta in mezzo alla strada: non c’è dubbio che mi facessi largo tra gli alberi! Andammo anche a fare un giro in barca al tramonto nelle paludi delle Everglades e credetemi se vi dico che ne ho visti di tramonti belli, ma quello rimane tutt’ora imbattibile. Sei solo te in mezzo a queste paludi, incorniciate dalla danza degli uccelli sullo sfondo di un cielo infuocato. Nemmeno il tramonto al Gran Canyon è riuscito a batterlo.

Tuttavia, se sicuramente mi è rimasto impresso un qualche animale della Florida non sono né gli alligatori, né gli uccelli al tramonto o le zanzare (sì, sono davvero numerose e fastidiose come nei film) ma i barracuda. Eravamo alle Isole Keys e finalmente era il giorno della gita in barca in mezzo alla barriera corallina. Inizialmente ero spaventata perché sapevo che attorno alle barriere coralline vivono gli squali, ma mi ero tranquillizzata quando la guida ci stava spiegando che noi avremmo nuotato proprio sopra la barriera corallina. Anzi, dovevamo stare attenti a non sbattere la pancia sui coralli perché l’acqua sarebbe stata molto bassa. Tutto molto bene fino a qui, poi ci disse di toglierci le cose che luccicavano e che avevamo addosso, perché i barracuda avrebbero potuto esserne attratti. Ah, questi non li avevo considerati proprio nella mia serie di pippe mentali. La guida iniziò a spiegarci che tipo di animale: lunghi denti che si possono facilmente ammirare perché apre e chiude la bocca e, mentre spiegava, imitava la bocca del barracuda con una mano. Io ero attentissima e non mi resi conto dei miei e mio fratello che ridevano: come un pesce lesso ascoltavo e intanto aprivo e chiudevo la bocca, imitando un barracuda. Credo non smetteranno mai di prendermi in giro per quella scena.

E così, dopo il racconto della guida, ero terrorizzata e non volevo più scendere in acqua. Poi la curiosità ebbe la meglio e scesi la scaletta, immergendo la maschera e iniziando a nuotare. Pensai subito che l’acqua fosse veramente bassa, se uno si fosse alzato in piedi probabilmente sarebbe arrivata poco sopra le ginocchia. Poi lo vidi, il primo barracuda. E ne fui completamente e totalmente rapita, era bellissimo. Aveva una calma impressionante, ti sentivi quasi in imbarazzo a fissarlo così mentre lui ti passava di fianco come se niente fosse. I denti erano veramente aguzzi come ve li potete immaginare e suppongo che se avesse voluto, sarebbe riuscito a fare veramente tanto male, ma io ero completamente e totalmente rapita da tanta bellezza. Nuotare tra mille pesci, tra cui i barracuda, nel mezzo della barriera corallina è un’emozione che non si riesce a descrivere a parole. Ad un certo punto un altro barracuda mi passò sotto: tra l’acqua che era bassa e i coralli, dovetti sforzarmi per non prendergli contro. La nuotata finì fin troppo presto e appena risalita in barca avrei voluto rituffarmi, ma purtroppo era ora di andare e quei posti non li ho ancora rivisti.
Capite bene come dopo queste esperienze, Miami sembri una caccolina. Bella per carità Miami Beach, fare il bagno nell’Oceano (che poi o hai una tavola da surf o stai a due metri da riva perché se no le onde sono troppo grandi e ti portano via), ma, per intenderci, è come assaggiare i tortellini e poi accontentarsi degli spaghetti col ketchup…!
Ebbene, il nostro viaggio era giunto così al termine e, spero abbiate apprezzato il racconto. Tuttavia, sarebbe lecito chiedermi “E quindi? Cioè apri un blog che si chiama “AritmiediVita” e la prima cosa che ci racconti è di un viaggio in Florida? Bello per carità, posto meraviglioso ed esperienze uniche, ma perché proprio questo racconto come apertura?”
Beh, forse i più attenti si sono resi conto che non ho raccontato di un posto che ho detto aver visitato durante il viaggio in Florida. No, non è stata una dimenticanza, è solo che credo che meriti un capitolo a sé stante.
Ci sono posti ed esperienze che sono dei punti chiave nella vita. Non lo capii subito, ma guardando indietro a distanza di anni, il Kennedy Space Center ha decisamente segnato la mia di vita.

2 thoughts on “Florida – parte 2”
Fantastica Erika !
Hai un talento anche nella scrittura.
Io leggerei molto volentieri un libro scritto da te.
I tuoi racconti sono piacevoli, accattivanti e scorrevoli.
Complimenti!
Grazie Laura! Intanto continuiamo con questo blog, poi nella vita mai dire mai! Grazie di cuore!